Mordimi, stupido! di Bruno Volpi


Sono certa che sarà accaduto anche a voi, al mattino di un nuovo giorno, di ripensare a ieri, riguardando la giornata nella sua interezza, di ricordare qualche bel momento, di provare a metter via qualche delusione.
Beh! Stamattina, ho fatto la stessa cosa!
Dal mio punto di vista privilegiato, qui, nella drogheria, sulla piazza centrale del paese, non appena il sole ha iniziato ad illuminare l’interno della bottega, ho ripensato alle persone che ho incontrato tra questi scaffali, quelle che vedo quotidianamente, e quelle che proprio ieri hanno fatto la loro prima comparsa, varcando, quasi timidamente, la soglia del negozio.
Difficilmente li rivedrò. Per alcuni un po’ mi dispiace, per molti altri, decisamente no!
Quel biondo, ad esempio! Sì, quello che è entrato ieri, verso l’ora di chiusura. Il titolare stava per spegnere la cassa, il campanile aveva già battuto i sette rintocchi gravi e i due acuti, quando è comparso, il biondo.
Sulla porta della drogheria, a far scudo al sole che al tramonto si infiltra, indiscreto, tra gli scaffali. È comparso alle diciannove e trenta in punto. Bello, abbronzatissimo, fisico asciutto e muscoloso, racchiuso in una canotta azzurra a costine. Ai piedi due sandali francescani, terminazioni essenziali di due gambe lunghissime e muscolose, di uno che sa camminare!
Confesso, mi sono quasi incantata a guardarlo!

  • Cosa vorrà un pezzo di giovanotto di questo genere? Stai a vedere che ti compra una di quelle insulse bibite energetiche! – mi sono detta, predisposta già ad accettare la delusione di un ennesimo “bello senz’anima”.
  • Scusi, posso dare un’occhiata? – chiede lui.
  • Sciocco, non vedi che siamo in chiusura! – penso io. Il titolare, però, lo invita ad entrare e a prendersi tutto il tempo che desidera. – Purché, alla fine, compri qualcosa! – penso sempre io.
    Lo seguo con lo sguardo. È lì, davanti alle confetture, quelle biologiche. Solleva il vasetto, legge scrupolosamente l’etichetta, valuta con attenzione gli ingredienti.
  • Mi sa che questo qui il cioccolato non se lo fila per niente! – penso, con un po’ di delusione.

D’un tratto si volta. Viene proprio verso di me. Lentamente, quasi a volermi lasciare il tempo di elaborare, in una serie infinita di fotogrammi, tutta quella fisicità, amplificata dall’abbigliamento estivo.
– Oddio, sarò a posto per lui? – mi prende un attimo di panico.
Continua ad avvicinarsi, lentamente. Mi fissa con quei fantastici occhi azzurri.
Come resistergli?
E poi, perché resistergli?
Mi afferra con le sue mani grandi! Uff… che caldo che sento! Mi sto sciogliendo!
Mi osserva con attenzione, sembra voler leggere dentro di me quali reazioni chimiche riesce a produrre la sua vicinanza.

  • Chissà che invidia le altre! – osservo. E subito mi pento di non riuscire a pensare a nulla di più furbo, in un momento che, sono certa, resterà indimenticabile.
    Il mio look deve averlo colpito. Non mi stacca più gli occhi di dosso! Orgoglio ed imbarazzo! – Darei qualunque cosa per uscire con lui! – continuo a ripetermi sottovoce.
    …E ora cosa fa? Mi riposa sullo scaffale?
  • Scusi, non avete del cioccolato al latte? –
  • Ehi, biondo! Svegliati! Il mio è il vero cioccolato, quello fondente! Non ci credi?
    E allora, mordimi, stupido! –

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