Siamo alla fine di febbraio 2020; da giorni la radio (in casa i TG non vengono ascoltati) ci informa sui guai che stanno passando i cinesi alle prese con un virus sconosciuto , il Covid 19. Roba da cinesi, si dice. E invece ben presto eccoci al “lockdown” generalizzato a tutto il territorio italiano- Alti lai si levano immediatamente: provvedimento esagerato, libertà minacciata, norma anticostituzionale…. Cito solo due autori che hanno bollato, con garbata ironia, di ottusa ignoranza questi difensori di libertà: Gustavo Zagrebelsky e Renato Balduzzi.
La mia prima domanda fu: la curva del contagio ha un andamento esponenziale? Quale è il tempo di raddoppiamento dei contagiati? Domande semplici anche matematicamente ma che presuppongono una raccolta di dati e una analisi “scientifica”. Nelle prime settimane non fu mai presentato alcun grafico e l’aggettivo “esponenziale” mai invocato. Eppure era già in atto un meccanismo di contagio con fattore R maggiore di uno. Se R è uguale a 2 vuol dire che ogni contagiato ha contagiato altri due soggetti. I numeri iniziali possono essere anche piccoli ma se il meccanismo è esponenziale in poco tempo diventano grandi numeri e portare alla catastrofe.
E qui mi sono ricordato del mio lavoro appena concluso, in attesa di pubblicazione, sui meccanismi di alterazione dei parameri naturali che hanno portato alla alterazione del clima. Il mio pensiero è corso subito al documento emesso dall’MIT su commissione del Club di Roma del 1972 (cinquant’anni fa!) nel quale si illustra preliminarmente il concetto di andamento esponenziale con un semplice indovinello proposto nelle scuole francesi ai bambini delle scuole elementari. Immaginate, dice l’indovinello, di avere un laghetto alpino dove un giglio d’acqua raddoppia di numero ogni giorno e in un mese copre l’intero lago; se il lago è pieno a metà, in quale giorno del mese ci troviamo? La risposta è semplice: siamo al 29° giorno, manca un solo giorno al riempimento totale. Se il riempimento totale significa la morte del lago, siamo alla vigilia della catastrofe. Di fronte agli andamenti esponenziali l’umanità è normalmente impreparata, suona l’allarme quando manca un giorno.
E si accorge, con il lockdown, che l’aria delle grandi città è divenuta improvvisamente pulita, il cielo è terso, il rumore è scemato ed è possibile godere in silenzio lo stormire delle fronde. Soprattutto l’uomo comincia a prendere atto che il potere della scienza è limitato; i dubbi sono tanti quanto le verità e che queste sono frutto di pazienti e defatiganti ricerche; scopre anche che gli scienziati sono spesso in disaccordo fra di loro e che le verità scientifiche sono il risultato di continue messe in discussione e verifiche; ma soprattutto è evidente che ciò che non conosciamo è tremendamente più grande di quanto abbiamo accumulato nel nostro bagaglio di conoscenze. Abbiamo creato un sistema globale di complessità inusitata; qualcuno ha usato il termine “diabolico” alludendo a presenze sataniche nemiche dell’uomo. No, siamo noi umani ad aver creato un sistema diabolicamente complesso, il cui controllo ci sfugge; ma pervicacemente siamo convinti, nella nostra presunzione di onnipotenza, di poter esercitare il nostro dominio; dimentichiamo di essere ospiti in una casa comune che non ci appartiene e che dobbiamo conservare. Siamo ancora convinti di avere in mano le redini di Fetonte e di poter guidare il carro del sole come e dove vogliamo. Finché non andremo a sbattere. Manca un giorno.

