UTOPIE ABOLITE di Alex Sala

“Il progetto espositivo UTOPIE ABOLITE è stato realizzato tra giugno e luglio del 2019. Ho scelto questo progetto perchè rappresenta quasi totalmente il mio approccio ed il mio modo di agire nel mondo dell’arte. Preferisco creare in primo luogo collegamenti e collaborazioni con altri artisti, in questo caso si potrà vedere nel video 3 URLI la performance e delle brevi interviste con Pol Palli (artista bolognese) e Federica Gatti (giovane violinista)”. Alex Sala

UTOPIE ABOLITE

mostra personale di Alex Sala a cura di Sonia Catena. Chiesa San Rocco, Carnago (VA). In collaborazione con Abaco e San Rocco Carnago

Lettura critica di Sonia Patrizia Catena

In una società decadente l’arte se veritiera deve anch’essa riflettere il declino. E a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale deve mostrare un mondo in grado di cambiare.
E aiutare a cambiarlo.
Ernst Fischer

L’atto creativo è atto politico. Nei lavori di Alex Sala diventano sempre più evidenti pratiche artistiche che riflettono una dimensione politica e rinviano a temi caldi quali immigrazione, moneta unica, libertà, giustizia, Europa e ambiente. Le sue opere diventano un vero e proprio manifesto, frutto di analisi del quotidiano. Sala può apparire un artista scomodo e provocatorio perché mette in costante dubbio le verità assolute per ricercare un’ipotetica libertà interiore; secondo lui – infatti – questo è il ruolo dell’artista nella società contemporanea così come lo è quello dell’arte che deve insinuare perplessità, instillare nuovi punti di vista per allontanarsi dalla visione comune e omologante.

La retrospettiva “Utopie Abolite” nasce proprio da questa idea, si pone come ipotesi di lavoro e al contempo come critica alle istituzioni. L’utopia è un luogo che non esiste e che non si riesce a raggiungere, nonostante prospetti sempre un orizzonte di speranza e di possibilità in quanto indica una direzione. Per Sala – tuttavia – questa parola appare destinata all’oblio e ciò dà adito a strutture dispotiche che contengono i tratti dei regimi totalitari. Le utopie sono abolite e acquisiscono un’accezione negativa diventando distopie, manifesto di scenari immaginari di un futuro non molto distante da noi. Le opere invero narrano di una realtà prossima alla nostra, quasi un mondo parallelo dove certe azioni e scelte hanno portato però a derive inquietanti.

La mostra prevede due macro letture di lavori eterogenei legati fra loro grazie al sentire dell’artista. Nel primo gruppo di opere, compendio degli ultimi anni, è molto forte la presenza di Alex Sala che compare in prima persona e “ci mette la faccia”. Il corpo fotografato qui diventa superficie piatta iscrivibile di segni e portatore di messaggi. Nel secondo gruppo, invece, è assente fisicamente ma restano “visibili” le sue azioni in dialogo a semplici e poveri elementi come cenere, macerie, legno e ferro. Una grammatica essenziale che si spoglia di ogni decoro e temporalità logica e in cui si innescano rapporti tensivi fra questi oggetti che, posti in relazione, raccontano storie fra uomo e natura, vittime e vittimismo, conflitti e liberazioni. Dal titolo di ogni opera: “divisioni; la folla è dispersa; la forma che muore” e ancora “massificazioni; tempo al tempo; alla deriva, mondo carne”, solo per citarne alcuni, si comprende come ogni attribuzione, così puntuale, tesse una trama da dipanare.

Installazioni alla stregua di una poesia ermetica, il linguaggio si denuda, è puro e chiuso, ogni elemento evoca la realtà in cui viviamo in maniera concreta ma al contempo astratta, in quanto ne estrae la forma per strutturare relazioni complesse. L’attualità è trasfigurata attraverso simbologie e azioni essenziali, materiali scabri e accostamenti di oggetti fra loro lontani, l’opera qui non descrive o rappresenta, bensì evoca ed è espressione del proprio io più segreto e profondo. Per Sala non è tanto importante che il messaggio venga immediatamente compreso, quanto è fondamentale, invece, il valore dell’atto artistico capace di suscitare un’analoga esperienza nel pubblico. Nonostante i temi trattati siano universali le opere possono essere, infatti, comprese da coloro che sanno cogliere l’intuizione e i pensieri dell’artista. La visione che si materializza ai nostri occhi è più vigorosa di infiniti dettagli e lunghe spiegazioni e ci arriva come un urlo secco e deciso, saturo di poesia e dolore.

Video 3 URLI
100 MATITE. Performance 2019
100 MATITE. Tecnica mista. Dimensioni variabili. 2019
12 Bandierine. Tecnica mista. Dimensioni variabili. 2019
100 MATITE (post performance) Tecnica mista. Dimensioni variabili. 2020
Due Vittimisti. Tecnica mista. Dimensioni variabili. 2019
I miei nemici sono dentro di me. Tecnica mista.
25 x 25 x 10. 2019
FREE SPECH. Tecnica mista. Dimensioni variabili. 2019
Popolo: Persona. Tecnica mista.
200 x 150. 2019
La folla è dispersa. 150 x 150. Tecnica mista. 2019
TOTALITARISMO BUROCRATICO.
Installazione site specific. Chiesa San Rocco Carnago (VA). 2019
UTOPIE ABOLITE. Foto Panoramica Mostra
UTOPIE ABOLITE. Locandina
Alex Sala
Ritratto. Fotografia di Sam Franza. 2016.
Titolo La deriva del continente

ALEX SALA
Breve Biografia

http://www.facebook.com/alex.sala.125
http://www.instagram.com/alex.sala.125
http://www.facebook.com/LIBEROTRANSITO.ARTGROUP

Nato a Magenta nel 1977, Alex Sala ha frequentato la Civica Scuola di Liuteria di Milano; successivamente si è laureato in Industrial Design. L’arte di Alex Sala è indifettibilmente legata al tema dell’abbandono. La sua ricerca inizia alla fine degli anni novanta nell’ambito della scultura figurativa e astratta; prosegue nell’ambito della Land Art e della scultura lignea. Le collaborazioni e il confronto con altri artisti lo portano a sperimentare e a lavorare anche in alcuni paesi europei. Significative le collaborazioni a San Pietroburgo con l’artista Bronin Vladislav. In Italia realizza progetti, che proseguono per alcuni anni, con Pol Palli, Dario Brivio e Giada Wood. Alex Sala, dal 2000 ad oggi, ha partecipato a più di trecento eventi artistici, tra cui mostre collettive e personali, performance e reading di poesia.
Nel 2012 è fondatore del collettivo LIBEROTRANSITO.

MOSTRE PERSONALI . Selezione

  • 2019 . alTERRAzioni . Spazio Arte Carlo Farioli, Busto Arsizio (VA) Italia . A cura di Sonia Catena
  • 2019 . Art is a prison . Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno (MB) Italia . A cura di Sonia Catena
  • 2019 . Utopie Abolite . Chiesa San Rocco, Carnago (VA) Italia . A cura di Sonia Catena
  • 2017 . La deriva del continente . Spazio Arte Carlo Farioli, Busto Arsizio (VA) Italia . A cura di Manuela Ciriacono
  • 2016 . War at home . Spazio Artis, Laveno (VA) Italia . A cura di Sonia Catena
  • 2015 . TerraMorta/CarneTrita . Apeiron Arte Contemporanea, Sovico (MB) Italia . A cura di Dario Brivio

MOSTRE COLLETTIVE . Selezione

  • 2020 . Nudo e figura . Torre Viscontea, Lecco . A cura di Ponte 43
  • 2019 . Voi siete qui | You are here (performance collettiva) . Chiavenna (SO) Italia . A cura di Silvia Del Grosso
  • 2017 . Temporaneamente, stati transitori dell’essere . Castello Visconteo, Abbiategrasso (MI) . A cura di Liberotransito
  • 2016 . La bellezza resta . Spazio Heart, Vimercate (MB) Italia . A cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini
  • 2015 . World War . Villa Brivio, Nova Milanese (MI) Italia . A cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini
  • 2012 . Corpo Super 8 . Castello Visconteo, Abbiategrasso (MI) Italia . A cura di Francesca Caraffini

PERFORMANCE . Selezione

  • 2020 . WHITE CENSORSHIP .Torre Viscontea, Lecco . A cura di Ponte 43
  • 2019 . Home Sweet Home . Lavit & Friends Art Gallery, Varese Italia . A cura di Alberto Lavit
  • 2019 . Imitation | Limitation . Chiesa di San Rocco, Carnago (VA) Italia . A cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini
  • 2017 . ETERNITy . Castello Visconteo di Abbiategrasso (MI) Italia . A cura di Sonia Catena
  • 2016 . Oil for Nothing – La voce del corpo, Osnago (LC) Italia – A cura di Bruno Freddi e Michele Ciarla
  • 2015 . TERRAMORTA . Apeiron Arte Contemporanea, Sovico (MB) Italia . A cura di Dario Brivio

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