Dal 24 ottobre 2020 Galleria Colossi Arte Contemporanea Corsia del Gambero, 16 Brescia
Confrontandosi e forse superando la ricerca tridimensionale dell’arte programmata e cinetica, sperimentando e appropriandosi di nuove tecnologie olografiche Renko stupisce con le sue ultime opere, che soffrono di un solo limite, l’impossibilità di essere riprodotte fotograficamente.
Controcorrente anche in questo, in un periodo in cui siamo imprigionati dal distanziamento e dal virtuale, la sua più recente produzione per essere apprezzata ha bisogno della nostra presenza, di riflettersi negli occhi di chi guarda, di essere vista dal vivo.
Cosa resta da fare nel mondo dell’arte?
Al di là della pittura, oltre la scultura, ma attorno ad esse, in un proprio ambiente a tre dimensioni Renko approfondisce con costanza e grande coerenza la sua ricerca geometrico-spaziale. Caparbio ed insieme indomito come un adolescente, curioso e attento come un artista deve essere, Renko è arso dal bruciante fuoco dell’Arte. Controcorrente, optando per la pura attività d’artista, ha scelto la sua città di residenza: non la rumorosa Milano, non l’effervescente Berlino ma la fin troppo periferica Trieste -dove è nato- complesso crocevia di mondi: quello latino, il tedesco e lo slavo; una città di frontiera non solo geografica ma anche storica e soprattutto culturale, dalle molteplici influenze che scorrono nel suo sangue misto, tipico dei porti di mare.
Dall’ampia ed ammaliante piazza Unità d’Italia, affacciata sul mare, lo sguardo è attratto dalla linea dell’orizzonte, e da appassionato ed esperto navigatore a vela quale è, Renko in mare aperto intuisce nuove rotte artistiche da seguire poi nel suo studio dove disegna e progetta, senza farsi intimorire, anzi quasi sfidato da ostacoli che a volte sembrano insormontabili. Confrontandosi e forse superando, a voi giudicare, la ricerca tridimensionale dell’arte optical, programmata e cinetica, sperimentando e appropriandosi di nuove tecnologie olografiche stupisce con le sue ultime opere, che soffrono di un solo limite, l’impossibilità di essere riprodotte fotograficamente.
Nemmeno un filmato riesce a “catturare” ciò che Renko è riuscito a realizzare. Controcorrente anche in questo, in un periodo in cui siamo imprigionati dal distanziamento e dal virtuale la sua più recente produzione per essere apprezzata ha bisogno della nostra presenza, di riflettersi negli occhi di chi guarda, di essere vista dal vivo. Guardando queste opere, l’impulso è di toccarle, per cercare di carpire il segreto di tanta profondità, di tale irreale impalpabile tridimensionalità, alla ricerca di un punto dove meraviglia e stupore si incontrino.
Queste opere vivono in simbiosi con i nostri occhi, al di là del colore, oltre l’immagine. Ancora e ancora una volta, solo per noi.




