
Una giornata come
un canovaccio da strizzare
pioverà
di traverso le imposte chiuse dell’umore
la torta in forno ha
il profumo dell’inconsapevolezza
un richiamo alle giostre
alle sbucciature sulle ginocchia
al rifugio
nel grembiule della nonna
La mia prima torta
l’impasto dolce far le dita,
la nostalgia
dell’ultimo residuo sul cucchiaio
poi
la farina silente
sparpagliata
in una vallata di progetti grandi
Non ci sono schiamazzi infantili
da setacciare
solo il banale zucchero a velo
-il privilegio della sposa all’altare-
mi sposerò
anch’io
in una giornata di sole e caffè
vestita di baci e abbracci
più bianca
del latte versato
con un bouquet
di barzellette velate
un solo amore da tener per mano
semplice, buono
irripetibile
come la mia prima torta
quella bisognosa
‘dell’aver del tempo’
e di queste assurde storiche distanze siderali.
Angela Agostinetto 12 Marzo 2020